Lentamente chi muore…

Surfando sul web durante questa domenica, senza alcuna meta precisa, ho trovato questo brano di Neruda che riporto come base di riflessione, tanto utile in questi mesi.
Lentamente Muore (Ode alla Vita)

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti, chi non parla e chi non conosce.

Lentamente muore, chi fa della televisione il suo guru, chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i”, piuttosto che un’insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e’ infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza , per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare.

Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima d’iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordiamo sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Pablo Neruda

Letture notturno

Design e minimalismo

Dopo una piacevole serata passata a casa di amici mangiando un’ottima bagna caoda, siamo rientrati e prima di appisolarmi sfoglio l’inserto di Repubblica sulla casa. Riporto il brano di un intervista ad un designer noto (??? mai sentito prima, tal Peter Saville) che condivido in pieno (anche se in generale sono molto critico sul pensiero di designer et similia..)
La perfezione proposta dai designer come cifra estetica non e’ vera, la realta’ non e’ (e non diventa mai) perfetta. Vai in strada, cammini, giri l’angolo e trovi un carrello della spesa abbandonato. Cosa ci fa? La realta’ non e’ ordinata. Fuori dai supermercati ci sono scatoloni ammassati e lattine. Confusione e contrapposizione.

.. sembra che stia parlando dei miei cassetti, regno di entropia massima!..Comunque e’ vero che non si puo’ cercare di inquadrare tutto e sempre in maniera cartesiana: fatti, persone, lavoro, famiglia… tutto nella realta’ e nella vita e’ piu’ libero, fantasioso, creativo di qualsiasi regola o moda mente umana possa proporre. E c’e’ sempre qualcosa che sfugge… piccolo seme per nuovi spazi inesplorati.

Demone della facilita’

Insidia demone Facilita’

Su La Repubblica cartacea di oggi (peccato non ci fosse anche su quella web!), ho letto un bell’articolo di Marco Lodoli (“I miei ragazzi insidiati dal demone delle Facilita’”) che coglie giustamente nel segno con tanto sano e semplice buon senso cercando di capire le ragioni dell’imbecillimento dei giovani (non tutti) oggi e della societa’ (quasi tutta).

…La Facilita’ e’ la dea che divora i nostri pensieri, e di conseguenza l’intera nostra vita. La Facilita’ non ca certo confusa con la Semplicit’a, che, come ben sintetitzza il grandes scuotlre Brancusi, “e’ una complessita’ risolta”….

… La nostra cultura ormai scansa ogni sentore di fatica, ogni peso, ogni difficolta’.