Obama: l’importanza dello storytelling

Mai come nelle ultime presidenziali americane, la distanza tra i due candidati alla Casa Bianca è apparsa così abissale. Differenze di stile e di generazione, senza dubbio. Ma più ancora della loro età, i due si sono distinti per l’«età» delle rispettive culture politiche. Una spaccatura che non indica solo gli anni anagrafici. McCain appartiene alla Galassia Gutenberg, i cui eroi sono di carta e di inchiostro, scolpiti nel marmo della vita vissuta; Obama è sul Pianeta Internet. È l’uomo degli spostamenti e delle appartenenze multiple. È un eroe “liquido”, in divenire. Aveva a disposizione una macchina da guerra, un modello integrato con quattro funzioni:

– Raccontare una storia che rappresenti l’identità narrativa del candidato (Storyline);

– “Inquadrare la storia nei tempi” della campagna elettorale, gestire i ritmi e la tensione narrativa (Timing);

– “Concordare il messaggio” ideologico del candidato (Framing), vale a dire imporre un “registro di linguaggio coerente” e “creando metafore”;

– “Creare la rete” su internet e sul territorio, un ambiente coinvolgente, per catturare l’attenzione e strutturare l’audience del candidato (Networking).

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